Le due vie
irriducibile. Ma, questi due punti di stazione, non coincidono con quello dell’autore e con quello dello spettatore. Col primo punto ci volgiamo all
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quanto è atta ad essere recepita in una coscienza. Ove deliberatamente si prenda invece in considerazione l’opera d’arte dal punto di vista dell’autore
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egregiamente, una storia della fortuna critica di un’opera o di un autore, questo panorama storico finiva per essere più passivo che attivo, registrava
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’opera stessa; e l’autore, da dietro all’opera, subirà le sorti delle dialettizzazioni storiche alle quali la recezione dell’opera darà luogo. Le quali
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traduzioni, si sostituisce d’arbitrio all’autore e può anche raggiungere una nuova sintesi, come appunto nel caso di talune traduzioni, ma così facendo
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varie arti fino a quel tempo, lo spettatore potesse assumere un ruolo diverso nei confronti dell’opera, ed essere previsto dall’autore stesso con una
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, che è di essere offerta a sua volta ad una coscienza, donde lo stesso autore, appena compiuta l’opera, è spettatore-ricevente e non può più
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In altri casi, soprattutto per opere letterarie ma anche per pitture, può darsi che le intenzionalità semantiche dell’autore siano state immesse come
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radici, raccolte da varie lingue e da piani diversi dell’esperienza e della biografia dell’autore, presenta come i logaritmi dell’espressione conclusiva
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due punti di stazione, per di più erroneamente identificati come quello dell’autore e quello del ricevente. La mimesi dovrebbe essere dalla parte dell
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al di là di quei primi termini che s’incontrano, l’autore e il ricevente. In realtà espressione e impressione provengono non già da due punti di
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Forma e contenuto aspirano a fornire una prima analisi della struttura dell’opera d’arte e si porrebbero dalla parte dell’autore, ma tale dissezione
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feticistico, con cui l’epoca prende in considerazione l’opera d’arte, trapassa dallo spettatore all’autore, si avrà l’esatto contrario dello spettatore
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condiziona veramente è il fatto di proporre delle semplici varianti d’autore in esemplare unico rispetto alla produzione di massa a cui intendono
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’autore verso la propria opera, il primo attestato si trova forse in Jarry, poi sicuramente in Picasso col famoso «je ne cherche pas, je trouve», che
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’arte, riproduciamo allora non già l’atto creatore del suo autore, ma l’atto con cui, estraniandola al divenire, creandola cioè, egli la calava nel flusso
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possibile perché il pittore ha rinunziato alla sua posizione privilegiata di autore unico, ed è passato dalla parte dello spettatore. È passato dalla parte
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Il fotografo è autore nella scelta dell’oggetto e delle modalità con cui appare l’oggetto, e spettatore dell’oggetto intenzionato come tale: come
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storicamente inerenti per l’autore all’atto creativo, per il ricevente alla recezione.
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Nell’autore l’atto simbolico della costituzione di oggetto si esaudiva e si esauriva nella formulazione d’immagine, ma nel ricevente le eventuali
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Se per causa, infatti, s’intende l’autore, in quanto crea l'opera, e cioè sceglie, aduna, compone i mezzi fisici che la costituiranno, una causa va
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sia riuscita a ricollegare un aspetto dell’opera di un autore ad un’esperienza vissuta, a una Erlebnis, non è detto, anzi è fallace ammettere che
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’autore dell’opera (e dell’epoca e dell’ambiente culturale) sul ricevente; con la seconda, il ricevente proietterà invece le proprie intenzionalità
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’arte intesa nella presenza che realizza. L’opera d’arte si trova ad essere configurata, una volta rescisso il cordone ombelicale con l’autore, come
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rivelata ponendosi dalla parte dell’autore, oppure istituendosi come il destinatario dell’opera, proiettandovi le proprie intenzionalità, oppure
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’analisi strutturale di tipo linguistico, sarà bene riassumere l’analisi a cui Barthes ha sottoposto l’immagine, che, per l’acutezza estrema dell’autore
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strutturalismo come s’intende oggi, ma una sua subida personale, attraverso le particolarità e innovazioni linguistiche di un autore, alle intenzionalità
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biografici e culturali dell’autore, ma non al di là di quella lingua, di quella metrica e di quei riferimenti particolari, proprio perché la poesia non è un
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(anche se meglio mascherato dal gusto e dall’intelligenza dell’autore), di una giustapposizione meccanica di ‘contenuti’ e di stili o forme e insomma di
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